Siamo per una “polizia tra la gente” e “per esserci sempre”, proprio come citano gli slogans del Ministero dell’InternoI di questi anni riferendosi alla Polizia di Stato.

Spesso protestiamo proprio perché questi non siano solo degli slogans ma siano realtà.

Non siamo contrari all’impiego di operatori da dislocare sulle piazze più problematiche di Trieste, ma siamo contrari ad operazioni che appaiono solo di facciata, non azioni concrete per una soluzione del probema, ma come spesso accade solo per tamponare un sistema sicurezza che evidentemente presenta molte falle.

Un dispiego di uomini, quello disposto, che inevitabilmente sarà a discapito della funzionalità di altri servizi della Polizia di Stato, ormai ridotta ai minimi storici, perché verranno impiegati distogliendoli da altre funzioni.

Un dispositivo che sarà inevitabilmente a tempo e su quelle specifiche zone.

E’ la solita storia della coperta corta: si sposta per coprire una parte scoprendone un’altra.

Ci vengono in mente alcuni esempi come l’ufficio immigrazione recentemente esonerato da servizi di ordine pubblico proprio perchè in difficcoltà nella gestione delle innumerevoli pratiche riguardante gli stranieri, il Commissariato di Opicina che a causa di un organico ormai ridotto all’osso da tempo non è in grado di garantire una “volante” per il controllo del territorio e spesso non riesce nemmeno a tenere aperto l’ufficio denunce e anche il Commissariato di Muggia spesso non riesce a garantire un equipaggio di “volante” che faccia prevenzione nel territtorio di competenza.

Quella prevenzione così importante affinchè non accadano fatti così gravi come quelli accaduti in questi mesi.

Oppure il caso di questi giorni della Polizia di Frontiera di Trieste che è tenuta a dover rinforzare l’aeroporto di Venezia fornendo personale in aggregazione, pur avendo un organico ridotto all’osso e pur non avendo avuto alcun rinforzo né durante il G7 di Taormina né durante il vertice del Balcani di Trieste.

Sono solo alcuni e piccoli esempi di quello che sta accadendo nella nostra provincia, ma nelle altre città d’Italia la situazione non è di certo migliore.

I controlli disposti non potranno risolvere il problema della sicurezza pubblica causati oggi da un’inefficacia delle leggi e della certezza dell’impunità per chi compie reati, oltre delle condizioni delle forze dell’ordine.

Per non parlare poi di chi si trova irregolare sul territorio nazionale che pur munito di un decreto di espulsione, difficilmente e in rarissimi casi lascerà il nostro Paese.

Il SAP più volte ha pubblicamente lanciato l’allarme delle nostre condizioni e di quali sarebbero stati gli effetti: paralisi dell’apparato sicurezza.

Una visione, la nostra, spesso giudicata allarmista o esagerata, invece semplicemente e tristemente realista.

Siamo per una polizia in grado di agire per prevenire e semmai reprimere i reati non solo su comando di un Prefetto, non solo dopo un gravissimo episodio di cronaca, ma sempre.

Le sfide del terrorismo, dell’immigrazione della criminalità hanno portato ad invocare l’intervento dell’esercito in operazioni, anche queste a nostro giudizio, di mera facciata.

Non è stata colta però, nemmeno dal Prefetto, la richiesta fatta dal SAP in diverse sedi, di utilizzare i militari per il controllo di obiettivi sensibili in modo da poter “sganciare” gli operatori di polizia, vista la carenza di personale, da tali incombenze e poterli piuttosto impiegare in servizi del controllo del territorio.

Crediamo che dover “riconquistare il territorio” come quello di quelle piazze di Trieste obiettivo dei prossimi giorni, rappresenti il fallimento di questo sistema sicurezza.

La sicurezza va coltivata giorno per giorno, non è fatta solo di controlli, ma di molte altre attività che oggi spesso non siamo più in grado di adempiere per una mancanza di organico e un’organizzazione degli uffici, spesso dettata più dalla spendig review che dalle reali necessità e per niente adeguati alle esigenze e alle gradi sfide di oggi che stiamo affrontando con un organico inferiore del 20% rispetto al 1989 quando il panorama sul fronte sicurezza era molto meno complesso e difficile di oggi. 

Il Piccolo Giornale

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