Trieste, 19 settembre 2018
Ancora un inseguimento transfrontaliero, l’ennesimo di un passeur in fuga dai poliziotti che ha poi abbondonato i clandestini. Episodi ormai all’ordine del giorno che sempre più spesso coinvolgono operatori di Polizia italiani e sloveni, costretti ad interventi transfrontalieri sempre più pericolosi anche per l’incolumità pubblica.
Fatti questi che, oltre appunto a mettere a rischio la sicurezza di colleghi e cittadini, mette a serio rischio gli operatori di Polizia per nulla tutelati sotto il profilo delle “garanzie funzionali”.
Il SAP da tempo chiede venga messo in chiaro quello che si può e quello che non si deve fare in queste situazioni.
In tal senso le norme di carattere generale in materia di accordi bilateri italo-sloveni sono abbastanze buone, ma manca un protocollo operativo che chiarisca e definisca in maniera inequivocabile le modalità d’intervento.
Protocolli certi che devono essere complementari a strumenti e soprattutto mezzi idonei; l’inseguimento di alcuni giorni orsono del passeur poi fermato a Cervignano del Friuli ha visto gli operatori di Polizia costretti ad utilizzare vetuste utilitarie, adatte sicuramente ad un gita domenicale in famiglia ma non certo per servizi operativi.
Gli ormai quotidiani casi di inseguimento, rintracci di immigrati clandestini e arresto dei passeur certifica che gli arrivi e ingressi sul territorio nazionale dalla “rotta balcanica” sono più che mai attivi.