Leggiamo in questi giorni sugli organi di stampa che in Bosnia ci sono 5.300 (su 23mila entrati da gennaio) profughi bloccati a ridosso del confine con la Croazia in attesa, spesso vana, di proseguire il viaggio verso l'Europa più ricca.
Una rotta balcanica, che nemmeno le condizioni climatiche proibitive di un inverno che in quelle zone si preannuncia molto rigido, sembra mai esaurirsi e che rende il nostro territorio protagonista di questi “ingressi”.
C’è da aspettarsi quindi che gli immigrati continuino ad arrivare, come accade anche in questi giorni, seppur in numero sicuramente inferiore rispetto qualche mese fa.
E’ naturale e ce lo aspettavamo che essendo corta la “coperta” della sicurezza, si sarebbe provveduto gradualmente a ridurre fino a terminare l’aggregazione di personale del Reparto Mobile e del Reparto Prevenzione Crimine di Padova, che in questi mesi hanno dato il loro prezioso apporto alla nostra Polizia di Frontiera e che hanno contribuito a garantire gli arresti di numerosi “passeur”, trafficanti di uomini. Ma le necessità non sono terminate, sono solo apparentemente diminuite ed ora il rientro graduale dei “reparti” alle loro sedi, farà sentire maggiormente le difficoltà di un organico insufficiente e sotto dimensionato rispetto a quello previsto della Polizia di Frontiera di Trieste.
Una polizia di frontiera di Trieste che patisce anche gravi carenze perfino di autovetture!
Comprendiamo le difficoltà generate da anni di scellerate politiche fatte di tagli, decisi a tavolino in un settore come quello della Sicurezza dove è evidente non è possibile tagliare senza dover ridurre l’apparato in queste condizioni.
Auspichiamo che si metta in atto quel rinforzo permanente e strutturale per la bella stagione, annunciato dal Governo sia nazionale che regionale, quando gli arrivi ritorneranno ad essere massicci. Serve perché è evidente che le forze in campo attuali sono insufficienti a fronteggiare una simile situazione.
Serve inoltre che ci si occupi con altrettanta attenzione anche alle strutture di polizia utilizzate per accogliere gli immigrati che illegalmente accedono nel nostro territorio e per i quali si devono attivare tutte le procedure previste per legge.
Per troppo tempo si sono utilizzati ambienti, come quelli di Fernetti, del tutto insufficienti ad accogliere gruppi così numerosi di persone come quelli che quasi quotidianamente arrivano sul nostro territorio.
Sono locali del tutto inadatti sia per gli operatori di polizia che non riescono a lavorare in sicurezza, sia per gli immigrati che non riescono a permanere in un luogo idoneo durante le ore necessarie per gli atti di polizia.
Inoltre riteniamo che sia altrettanto necessario che sia messo a disposizione, ogni qual volta che si rintraccino persone come queste, che hanno affrontato un viaggio così lungo e pieno di insidie, personale medico competente al fine di poter verificare che non vi siano particolari patologie che possano mettere a rischio la salute degli operatori di polizia e delle persone che entrano in contatto.
Richieste queste che il SAP ha più volte avanzato alla propria Amministrazione, senza però trovare una concreta risposta.
Ci appelliamo quindi all’Assessore alle autonomie locali, sicurezza, immigrazione, politiche comunitarie e corregionali all'estero Pierpaolo Roberti, che si è sempre dimostrato sensibile alle problematiche delle forze di polizia, affinché si attivi anche su questi due importanti aspetti mai risolti che però fanno parte del problema immigrazione e sicurezza del capoluogo regionale.