Abbiamo apprezzato anche “pubblicamente” il rinforzo dei giorni scorsi, seppur minimo, dei militari e del loro impiego in presidi fissi, in modo da “recuperare” forze da utilizzare ad un compito più propriamente di Polizia, ma il fenomeno che ci sta riguardando in questi tempi da vicino, l’immigrazione proveniente dalla “Rotta Balcanica” e la stagione alla quale ci stiamo addentrando richiedono uno sforzo maggiore.
Servirebbero infatti almeno 10 militari “dedicati” per ciascuna delle sottosezioni di Polizia di Frontiera (Rabuiese, Villa Opicina e Fernetti) e con mezzi più dinamici come ad esempio i fuori strada, per poter veramente massimizzare il servizio, in attesa di un implemento “strutturale” e far fronte alla carenza di organico della Polizia di Frontiera: in realtà il vero ed unico personale ad aver competenze e professionalità specifiche.
E’ chiaro che l’ideale sarebbe l’aggregazione proprio di operatori di Polizia con queste caratteristiche.
Non da meno, è urgente l’arrivo di autovetture della Polizia di Stato, idonee alla perlustrazione di quei territori che presentano strade non facilmente percorribili da semplici “utilitarie” che ad oggi rappresentano il mezzo standard per questo tipo di servizio.
Riteniamo che i rintracci ormai quotidiani, non solo quelli alla ribalta della cronaca locale, attestino che il problema vado affrontato anche nella direzione di un miglioramento capillare delle singole sottosezioni di Polizia di Frontiera.
Non risolto poi il problema dei luoghi dove accogliere numeri così elevati di persone durante il disbrigo delle pratiche previste dalla legge.
Utile poi sarebbe l’istituzione delle pattuglie miste con la Polizia Slovena, la revisione e il miglioramento dei protocolli di riammissione nel territorio sloveno.