Lo chiede a gran voce anche il Sindacato di Polizia SAP di Trieste, dopo l'uccisione, a Milano, di un filippino che si era lanciato con un coltello contro i poliziotti che non hanno potuto evitare di sparargli.
Ora quel poliziotto è indagato per eccesso colposo di legittima difesa, come atto dovuto.
Chi difenderà ora quel collega che ha agito per difendersi e difendere il collega dall’aggressore?
Abbiamo bisogno, in tutte le città, anche a Trieste, di garanzie funzionali, ma anche di strumenti al passo con i tempi ed efficaci in simili situazioni.
Gli strumenti che abbiamo attualmente a disposizione non consentono una gradualità nell’uso della forza, si passa dallo sfollagente all’arma da fuoco.
In determinati interventi lo sfollagente è poco, l'arma da fuoco troppo ed è difficile da stabilire quale dei due sia quello da utilizzare e in quale maniera.
Il SAP è da anni che si batte per l'introduzione del Taser, un'arma non letale, utilizzato in oltre 150 paesi al mondo compresa la Città del Vaticano.
Si pensi che su 1000 interventi con lo sfollagente i feriti sono circa 800, su mille interventi con il Taser i feriti sono circa 4.
Per utilizzare il Taser bisogna superare un corso professionale di abilitazione: nessuno potrebbe mai usarlo con leggerezza.
In Italia è stato sperimentato in alcune città e si è rivelato un ottimo deterrente: su 15 interventi, in ben 14 casi vi è desistenza, quindi un ottimo strumento di non violenza.
Al Taser viene associata una bodycam, quella dotazione che il SAP chiede dal 2014 e che serve a verificare la dinamica dell'intervento per garantire maggiori tutele per gli operatori di Polizia e più trasparenza per i cittadini.
La sicurezza è un bene di tutti; per chi deve garantirla è un diritto lavorare in sicurezza.