Un nuovo terribile atto terroristico insanguina le strade d’Europa e il SAP di Trieste vuole esprimere tutto il suo cordoglio per le vittime e la piena condanna per gesti di crimine e terrore che minano la tranquillità della gente per bene.

 

Un atto purtroppo lungamente preannunciato e che proprio in queste ore ne preannuncia altri. Mentre altri Paesi della Comunità Europea già in mattinata avevano convocato il Comitato per la Sicurezza e deciso un controllo più serrato anche sui confini, l’Italia comodamente appena nel pomeriggio ha riunito il Comitato Nazionale per  l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

Nulla  o quasi di concreto è stato fatto per la sicurezza e per il suo apparato in Italia dopo le stragi del Charlie Hebdo.

Solo frasi ad effetto o “controlli” degni di “serie televisive”, nulla di più!

Un governo che ha dimostrato inoltre di non saper, ma soprattutto voler ascoltare chi rappresenta gli operatori di Polizia: quelli che quotidianamente sono chiamati a difendere i cittadini ed il Paese.

E così malgrado l’ennesimo attentato, non si sono visti maggiori controlli sul confine italo-sloveno (con quali uomini del resto?) le dotazioni continuano ad essere sempre quelle vecchie ed obsolete, con le scadenze “prolungate”.

Perfino non si è riusciti a dotare, come richiesto dal SAP, di un secondo caricatore dell’armamento individuale gli operatori che fanno servizio operativo, come ad esempio la Polizia Stradale, la Polizia di Frontiera, i reparti investigativi; a malapena sono stati distribuiti agli appartenenti delle “volanti”.

Lo sciopero della fame del Segretario Generale del SAP, per denunciare le difficoltà dell’apparato sicurezza, conosciuto ormai da tutto il mondo e che ha trovato la solidarietà della politica, per lo meno di quella parte alla quale sta a cuore la sicurezza del Paese e le condizioni lavorative degli operatori di polizia, ha avuto il conforto e l’appoggio dei cittadini e perfino dei sindacati di polizia di tutta la comunità europea, mentre ancora oggi è volontariamente ignorato dal Ministro degli Interni e dal Capo della Polizia.

Infatti, malgrado il periodo storico e la protesta estrema del SAP, non si sono volute sentire le ragioni della denuncia sullo “stato di salute” della sicurezza e quel che peggio non si è voluto intervenire su nulla. Continuano infatti ad essere vecchie le dotazioni, i mezzi ed equipaggiamenti, continuano ad essere pochi e vecchi gli operatori di polizia e sul fronte dell’addestramento e dell’ aggiornamento professionale non si riesce nemmeno in molti casi a garantire quanto previsto per legge ed in ogni caso riteniamo che ad esempio (ce ne sarebbero tanti da fare) non aver mai effettuato un esercitazione di tiro dinamico, o apprendere le tecniche antiterrorismo da un cd-rom, non possa essere adeguato per poter affrontare  fatti come quelli che oggi  accadono vicino all’Italia, all’interno dell’Europa