Ancora una strage, ancora morte ed orrore. Ancora cordoglio, anche da parte del SAP; è ovvio e naturale!
La corsa dopo l’ennesimo “terrore” alle parole purtroppo mai seguite da fatti concreti.
Parole che sono vuote di contenuti, perché da anni si invoca sicurezza in Europa, in Italia e da anni questa è continuamente “predata, minata” da tagli continui ed inesorabili.
Una sicurezza che alla luce di questi attentati significa soprattutto intelligence, prevenzione. Prevenzione, un’altra bella parola spesso utilizzata da molti ma che solo pochi vogliono fattivamente aumentare e rendere veramente efficiente.
Il SAP alle parole di cordoglio unisce quelle di sempre, quelle che invocano “investimenti” sulla sicurezza della brava gente.
Quanta ipocrisia nel leggere in questi giorni parole che attribuiscono il lodevole lavoro (viste le condizioni in cui operano) dei poliziotti triestini quando arrestano un criminale sul confine di Fernetti attribuendo il risultato “nell’ambito delle rafforzate attività di vigilanza predisposte in occasione del prossimo vertice G7 a Taormina”.
Il cosiddetto “rafforzamento” lo vediamo quotidianamente transitando liberamente per zone confinarie senza alcun presidio e gli arresti ad opera della Polizia di Frontiera avvengono tutto l’anno grazie alla loro professionalità e dedizione al lavoro e lo comprovano le cronache non solo di questi ultimi giorni.
E dire che anche l’Italia e Trieste sono obiettivi del terrorismo. La stessa ipocrisia quella vista in certe manifestazioni di questi giorni a favore dell’accoglienza dei migranti e non vedere mai una a favore delle forze dell’ordine, contro le condizioni di inadeguatezza operativa in cui si trovano. Si preferisce dare spazio a quel “partito” dell’anti-polizia che sta facendo di tutto per far passare una legge sulla tortura che “criminalizzerà” una polizia molto distante da certe realtà che anche noi deprechiamo.
Una legge che l’Italia non necessita, così come formulata perché a differenza di molti altri Paesi, possiede un codice che già prevede pesanti condanne in caso di abusi da parte delle forze dell’ordine.
Mentre si da spazio al partito dell’anti-polizia che diffonde una cultura che ci indebolisce ogni giorno di più e che giudica giusto mettere in libertà un clandestino spacciatore di droga che aveva aggredito due agenti perché “insofferente ai controlli di polizia”.
Una Polizia che oltre ad attendere un rinnovo del contratto del lavoro illegittimamente” (così sentenziato dalla Corte Costituzionale) bloccato dal 2009, nel mese di maggio non percepirà il “fondo efficienza”, rimandato a non prima di luglio per un “guasto” al Cenaps. Chi è il nemico? Chi difende il difensore?
Sembriamo noi il nemico da combattere! E’ ora che alle parole seguano i fatti e si restituisca il vivere civile dei cittadini onesti e la legalità a chi si comporta bene e lavora per il bene del Paese.
Lo chiedono anche i bravi cittadini di Trieste che vedono e leggono quotidianamente gli episodi di cronaca e chiedono di essere difesi da chi ogni giorno di più opera con le “armi spuntate”.