La gravissima carenza di personale che da molti anni caratterizza l’organico della Polizia di Stato e degli Uffici della provincia di Trieste trova origine in un mancato ed adeguato turnover di operatori di polizia nell’ultimo decennio.
Da molto tempo il SAP, con frequenti denunce anche pubbliche, sta chiedendo urgenti provvedimenti che rispondano alle necessità di fornire mezzi ed equipaggiamenti di nuova concezione e che pongano fine al costante depauperamento delle risorse umane, determinato dal numeroso personale di Polizia posto in quiescenza.
Siamo in seria difficoltà e in una emergenza operativa, funzionale ed organizzativa senza precedenti, determinata senza ombra di dubbio da questa condizione, ampiamente prevedibile e più volte rimarcata dal SAP anche a livello locale.
Ne è riprova la mancata aggregazione di “specialisti di Polizia di Frontiera” a Trieste in occasione della sospensione del trattato di Schengen in concomitanza con il G7 di Taormina ed il conseguente ripristino dei controlli ai valichi confinari.
La causa della mancata aggregazione e dallo stato attuale è stata certificata nella risposta fornita al SAP, giunta dopo l’ennesima denuncia sui mezzi d’informazione, dal Dirigente della 4^ Zona Polizia di Frontiera di Udine che, confermando quanto sostenuto da tempo dal SAP, affermava “dell'indisponibilità di un adeguato numero di specialisti di Polizia di Frontiera, tale da poter garantire il ripristino dei controlli su postazioni fisse in corrispondenza dei valichi terrestri, stante Ia contestuale assenza di rinforzi, di strutture idonee nonché della conseguente attrezzatura logistica necessaria (v. generatori, torri faro, wc chimici etc.)”.
Si è scelto quindi (strada a questo punto obbligata) di “rafforzare”, si fa per dire, i servizi di vigilanza dinamica già esistenti, introducendo in alcune fasce orarie servizi di vigilanza statica su obiettivi ritenuti più sensibili.
Cosa ben diversa da quanto si è fatto in passato in occasione di vertici come quello di Taormina che si terrà a fine mese, quando di fatto in quelle occasioni si “chiudevano” i confini per ripristinare i controlli di frontiera di un tempo, come del resto è previsto nel caso della sospensione di Schengen.
Ci troviamo, a distanza di pochi anni, nella situazione di non riuscire a garantire quanto fatto allora, quando ad oggi allarme terrorismo ed emergenza immigrazione sono fenomeni ben più gravi e sentiti che in passato.
Si gestiscono queste emergenze con il “materiale umano” del posto, ricorrendo al lavoro straordinario remunerato in maniera ormai inadeguata e sospendendo la possibilità agli operatori di polizia di usufruire di permessi e ferie durante questo periodo, la solita coperta corta che alla fine si lacererà definitivamente ed irreparabilmente.
Non di meno importanza le modalità operative dei poliziotti costretti controllare persone e cose in condizioni logistiche inadeguate e in molti casi anche pericolose.
E’ inaccettabile addirittura trovarsi in alcuni casi, effettuare dei controlli di notte, senza un illuminazione adeguata, in mezzo alla strada con il solo ausilio delle luci degli automezzi.