Aumentano suicidi tra le forze dell’ordine: 37 dall’inizio dell’anno. SAP: «Fondamentale avere psicologi destinati agli agenti per la prevenzione»
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Cresce il numero dei suicidi tra le forze dell’ordine. Gli ultimi due episodi accaduti in provincia di Trieste e Palermo hanno riattualizzato un tema che da qualche mese è molto caldo. Da inizio anno ad oggi, infatti, sono 37 gli agenti che si sono tolti la vita. Un dato allarmante che ha portato le forze dell’Ordine ad istituire un osservatorio, lo scorso mese di febbraio, voluto dal capo della Polizia Franco Gabrielli, a cui prendono parte Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria. A questo si è affiancato un tavolo di lavoro istituito all’interno della Polizia di Stato con la partecipazione dei sindacati, con l’obiettivo di comprendere il fenomeno ed operare a livello di prevenzione.
Dando uno sguardo alle statistiche rese note da Cerchio Blu, l’associazione che si occupa di disagio tra le forze dell’ordine, emerge un fenomeno in crescita negli ultimi mesi che doppia addirittura quello relativo ai suicidi nella popolazione italiana (9,8 casi ogni 100 mila agenti contro i 5 casi ogni 100 mila abitanti italiani). Se i dati statistici ci dicono che sono soprattutto poliziotti e agenti della polizia penitenziaria a togliersi la vita con la pistola di ordinanza (88% dei casi), in realtà esiste una casistica meno conosciuta di carabinieri e finanzieri che pongono fine alla loro vita con altre modalità. «Di sicuro è un fenomeno trasversale che negli anni ha avuto dei picchi, – spiega Lorenzo Tamaro, segretario provinciale del Sap di Trieste, una zona particolarmente segnata dal dramma – Oggi è di grande attualità anche perché la nostra è una professione dove lo stress del lavoro correlato è molto forte, inoltre il carico di lavoro nel corso degli anni è notevolmente cresciuto, mentre l’organico è diminuito. Senza contare che l’età pensionabile è aumentata rispetto ad un tempo, un aspetto che non dovrà essere sottovalutato».
Dati alla mano sembrano essere gli over 40 i più vulnerabili come confermano i numeri di Cerchio Blu dove il 54% degli agenti suicida hanno un’età che va dai 45 ai 64 anni, mentre il 37% dei casi sono tra i 25 e i 44 anni. Un dramma dunque che non sembra avere una radice comune.
I campanelli di allarme
Un lutto in famiglia, la fine di una relazione, un declassamento sul posto di lavoro, la solitudine. Sembrano essere questi i campanelli di allarme a cui prestare attenzione, come spiega Anna Valle, Assistente Capo della Polizia di Stato, psicologa e specializzanda alla scuola di Psicoterapia in Analisi Transazionale e rappresentante Sap: «Le ragioni che spingono un agente a togliersi la vita sono molteplici e impercettibili e l’avere a disposizione un’arma con cui agire in un lasso di tempo brevissimo è deleterio. Per questo dinnanzi ad un sintomo di cedimento, anche su segnalazione di un collega, all’agente viene tolta l’arma di ordinanza e ritirata la tessera. Un intervento che se da un lato può essere letto come una sorta di tutela – prosegue la psicologa – dall’altra rappresenta per l’agente un’ulteriore sconfitta da affrontare ed un isolamento sociale difficile da reggere». Un dramma nel dramma a cui occorre porre rimedio. «Purtroppo, esistono fattori che aiutano un agente ad affrontare anche le difficoltà e le tensioni quotidiane a cui è sottoposto: come la famiglia, gli amici, le gratificazioni professionali. Se uno o più di questi fattori viene meno, ecco che si genera una voragine psicologica che è opportuno non sottovalutare».
Più psicologi
Se da un lato l’articolo 48 con il ritiro dell’arma di ordinanza e della tessera ha funzione di prevenzione, dall’altra non sembra essere la strada giusta per affrontare e risolvere il tema dei suicidi. Il ruolo dell’osservatorio in questo senso ha già dato un’impronta chiedendo la modifica dell’articolo 48 con il 48bis secondo cui dinnanzi ad un disagio può essere tolta l’arma di ordinanza, ma non la tessera che garantisce l’identità sociale dell’individuo. In questo senso il ruolo dello psicologo diventa fondamentale.
«Il Capo della Polizia Gabrielli ha promesso di quadruplicare il numero degli psicologi attivi sul territorio – prosegue la dottoressa Valle – fino ad arrivare ad averne uno per ogni questura».
Ad oggi secondo il decreto 334 sono 40 i professionisti che operano sul territorio con il ruolo di comunicatori e 15 per le emergenze, un bacino a disposizione della collettività, non solo ad uso esclusivo degli agenti. «Una carenza che in alcuni territori è cronica – riprende Tamaro – con questure del tutto sprovviste di psicologi come a Trieste dove, tra l’altro, sono accaduti diversi episodi». «Questo è il punto – prosegue la dottoressa – è necessario avere psicologi destinati agli agenti per fare prevenzione e psicoeducazione al benessere. Oggi siamo fermi ai convegni, uno o due all’anno, a cui prendono parte cento o duecento agenti. Non basta. Occorre un impegno costante e continuo. Ora con l’osservatorio interforze e il tavolo di Polizia gli strumenti ci sono, occorre agire affinché il numero dei suicidi scenda sensibilmente».
TRIESTE CITTA’ APERTA AI TURISTI E ALLA BRAVA GENTE, GRAZIE ALLA PREVENZIONE DELLE FORZE DELL’ORDINE
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Spiace leggere tra le righe del racconto della scrittrice Federica MANZON, pubblicato su “Il Piccolo” del 11 agosto 2019, il fastidio che trapela nei confronti delle forze dell’ordine che sono presenti nella città di Trieste e che concorrono a rendere il capoluogo giuliano, una “città aperta e vivibile” per i sempre più numerosi turisti e la gente per bene.
Affermazioni come: “Imbattersi in tre volanti della polizia” e incontrare “poliziotti in bicicletta o passeggianti a due a due”, “volanti ovunque, controllori a controllare cosa”, “sempre più a disagio per il clima da coprifuoco il turista cerca rifugio nei negozi”, “Trieste riempirsi di corpi speciali e sentinelle” e ancora “impossibile camminare a Barcola senza incontrare uomini in divisa” sono descrizioni e giudizi di chi evidentemente non ha simpatia verso le forze dell’ordine in netto contrasto però con quanto da tempo i cittadini invocano e vorrebbero vedere con ancor maggior frequenza.
Quello di cui i cittadini ed i turisti non hanno bisogno di imbattersi oggi sono le rapine, lo spaccio di stupefacenti, i borseggi, le risse, gli accoltellamenti ecc. ecc., non di certo le divise.
La brava gente, vuole vedere le “divise” a tutela di una città che negli ultimi anni è cambiata, come lo sono anche le altre città d’Italia.
Spesso sono proprio i turisti, ma anche i cittadini a voler essere immortalati nei loro obiettivi in compagnia dei mezzi delle forze dell’ordine e degli operatori di polizia, sintomo che c’è apprezzamento per il lavoro che viene svolto quotidianamente anche a Trieste mentre “la città dorme e svapora”.
Le classifiche ufficiali di gradimento dicono che le forze dell’ordine ed in particolare la Polizia di Stato è l’Istituzione più amata dalla gente.
Fa specie poi quel “nemmeno a Gerusalemme” e “nemmeno a Bogotà”.
Chi è abituato a girare il mondo, come credo lo sia la scrittrice, è abituato a vedere apparati di sicurezza ben più “appariscenti e soprattutto rigidi”.
Per restare nell'ambito nazionale, mi chiedo se la scrittrice sia mai uscita dalla stazione di Roma Termini o Milano Centrale e abbia notato il dispositivo messo in atto e quello presente nelle metropolitane e nei loro centri storici.
Chissà se anche quelle situazioni saranno utili ad ispirare uno scritto che rappresenti il medesimo senso di fastidio.
L'ARTICOLO IN QUESTIONE
LA RISPOSTA DEL SAP
CAMPIONATI ITALIANI DI CATEGORIA - ALESSIA CAPITANIO CONQUISTA ROMA
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Una chiusura di stagione del nuoto fantastica al foro Italico di Roma dove la nostra Alessia CAPITANIO ha conquistato l’oro nei 400 misti con il tempo di 4’45’’11.
Nella stessa gara quarto posto per la sorella Gaia Capitanio in 4’55’’64
Una grande soddisfazione per i genitori delle atlete , Giuliana Fois e Fabio, colleghi rispettivamente della Frontiera Marittima e della Scuola Allievi Agenti e di conseguenza per tutto il SAP che si unisce agli elogi.
Segnaliamo per Alessia un quinto posto nei 200 misti in 2’19’’13, ovvero suo primato stagionale in questa specialità ed un sesto posto nei 200 rana, con il suo nuovo personal best di 2’34”24.
Alessia e Gaia, che attualmente militano nelle fila della società Pallanuoto Trieste, sono reduci dal recente podio nel Challenge International de Geneve del 2018
Un esempio di virtù sportiva che deve essere motivo d’orgoglio per la società.
BRAVE RAGAZZE!
DECRETO SICUREZZA BIS - quello che c'è da sapere
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In questo inserto del Sap Flash a cura dell'Ufficio Studi della nostra Segreteria Generale, sono spiegate in modo dettagliato le norme che riguardano gli operatori di Polizia, molte delle quali consentiranno a chi opera nell'ambito della Sicurezza, di svolgere in maniera più effi cace il servizio reso alla collettività. Motivo di soddisfazione, per noi del Sap, l'emendamento a firma dell'on.Gianni Tonelli,che prevede l'eliminazione della "lieve tenuità del fatto" dalle cause di esclusione della pena per coloro che commettono reati di violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Per noi è anche importante la modifica, relativa al reato di oltraggio a pubblico ufficiale, che stabilisce un minimo edittale per la pena di almeno sei mesi di carcere. Ciò significa che chi commetterà questo reato ne dovrà rispondere sempre. Non di secondo ordine anche le norme che consentono maggiore ef ficacia alle Forze dell'Ordine in occasione di manifestazioni pubbli che e sportive, contrasto all'immigrazione clandestina e alle associazioni mafiose.
scarica il flash del 12 agosto 2019
SAP sulla chiusura Commissariato Rozzol-Melara: “Notizia infondata”
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06.08.2019 | 21.00 – “Se il Ministero non prende decisioni, stiamo parlando del nulla assoluto“. Queste le parole del Segretario Provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia, Lorenzo Tamaro, interrogato dalla nostra redazione in merito le dichiarazioni rilasciate dal PD che paventano a breve la chiusura del Commissariato di Rozzol-Melara. “La chiusura degli uffici è dovuta alla carenza di personale amplificata dal periodo di ferie” ha spiegato il Segretario “la situazione attuale è determinata dalle politiche sbagliate degli anni scorsi che prevedevano ridimensionamenti e razionalizzazioni, termini utilizzati per giustificare vere e proprie chiusure. La stessa sorte si era profilata per il Commissariato di Opicina -poi scongiurata-, ora a preoccuparsi è lo stesso soggetto che ha portato questi uffici di polizia in questa condizione. Su Rozzol-Melara il SAP fu il primo sindacato a scendere in piazza seguito poi poi da tutti gli altri, tranne la UIL” ha commentato.
“Già negli anni in cui il PD era al potere, il SAP chiedeva un incremento del personale e alla fine del turn over, richieste che facendo tuttora, a differenza di altri che all’epoca tacevano”. E conclude “il SAP non ha ritenuto necessario diffondere comunicati in merito, perché non ha avuto notizie di questa improbabile chiusura. Riteniamo che una decisione di questo tipo dovrebbe essere annunciata direttamente dal Questore, cosa che non è assolutamente avvenuta; reputiamo quindi che sia del tutto infondata allo stato attuale. Se la situazione dovesse cambiare, il SAP sarà coerente con quanto già espresso in passato“