SAP sulla chiusura Commissariato Rozzol-Melara: “Notizia infondata”
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06.08.2019 | 21.00 – “Se il Ministero non prende decisioni, stiamo parlando del nulla assoluto“. Queste le parole del Segretario Provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia, Lorenzo Tamaro, interrogato dalla nostra redazione in merito le dichiarazioni rilasciate dal PD che paventano a breve la chiusura del Commissariato di Rozzol-Melara. “La chiusura degli uffici è dovuta alla carenza di personale amplificata dal periodo di ferie” ha spiegato il Segretario “la situazione attuale è determinata dalle politiche sbagliate degli anni scorsi che prevedevano ridimensionamenti e razionalizzazioni, termini utilizzati per giustificare vere e proprie chiusure. La stessa sorte si era profilata per il Commissariato di Opicina -poi scongiurata-, ora a preoccuparsi è lo stesso soggetto che ha portato questi uffici di polizia in questa condizione. Su Rozzol-Melara il SAP fu il primo sindacato a scendere in piazza seguito poi poi da tutti gli altri, tranne la UIL” ha commentato.
“Già negli anni in cui il PD era al potere, il SAP chiedeva un incremento del personale e alla fine del turn over, richieste che facendo tuttora, a differenza di altri che all’epoca tacevano”. E conclude “il SAP non ha ritenuto necessario diffondere comunicati in merito, perché non ha avuto notizie di questa improbabile chiusura. Riteniamo che una decisione di questo tipo dovrebbe essere annunciata direttamente dal Questore, cosa che non è assolutamente avvenuta; reputiamo quindi che sia del tutto infondata allo stato attuale. Se la situazione dovesse cambiare, il SAP sarà coerente con quanto già espresso in passato“
“STEWARD URBANI” E RONDE: LA POSIZIONE DEL SAP
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Il SAP non è mai stato amante delle polemiche fine a se stesse.
La posizione sugli “steward urbani” è molto semplice e chiara, come lo era stata anni fa per le “ronde” cosa ben diversa da quello che oggi è stato normato e previsto per legge.
Deve essere chiaro che non siamo contrari ad una “sicurezza integrata”.
Ogni cosa utile e legale che può concorrere alla sicurezza del cittadino è ben accetta, fermo restando che non si devono confondere o sostituire i ruoli.
La sicurezza è compito delle forze di polizia, lo abbiamo detto nel corso degli anni e lo ribadiamo anche oggi.
Ciò non toglie che può essere un aiuto anche la presenza di queste nuove figure, come lo sono le telecamere, basti pensare che da anni si stanno utilizzando gli “steward negli stadi”, che hanno contribuito oltretutto anche a ridurre i costi alla collettività.
Una sicurezza integrata che però deve necessariamente fare i conti e non distogliere da quello che è “il peccato originale”: la carenza del personale che oggi colpisce in maniera importante la Polizia di Stato e le altre forze dell’ordine.
Proprio in questi giorni il Capo della Polizia ha nuovamente rilanciato l’allarme della gravissima carenza che oggi sul territorio conta quasi 20 mila unità in meno solo della Polizia di Stato.
Una carenza che il SAP sta denunciando da più di 5 anni in totale solitudine, “controcorrente” con chi sosteneva le “razionalizzazioni” o la “ridistribuzione” del personale, negando quasi la necessità di arruolare nuove “forze” soprattutto giovani.
Nel 2015, il SAP ha denunciato nel corso del Consiglio Comunale straordinario sulla sicurezza del capoluogo giuliano, una mancanza di organico di 250-300 unità solo a Trieste: alcuni trovavano “surreale” questa nostra posizione, che però era supportata da dati oggettivi.
Tutto d’un tratto queste necessità che il SAP continua a denunciare e chiedere ancora oggi sono state “comprese” anche da molte forze politiche, anche quelle responsabili del disastro in cui oggi ci troviamo e per il quale ci vorranno molti anni prima di poter recuperare.
Ben venga allora ogni aiuto che concorra alla sicurezza, senza dimenticare quale sia la priorità di oggi, quella di dare nuovi operatori alle forze dell’ordine.
Oggi abbiamo bisogno di molte cose ed il SAP nel suo spirito autonomo continuerà nella sua azione, anche fortemente critica, come quando recentemente, anche in quell’occasione in controcorrente e in solitaria (come il Capo della Polizia evidenziò), si schierò contro l’inutilità della spesa di milioni di euro per l’introduzione di nuovi distintivi di qualifica in un momento storico così difficile, tanto da avere la difficoltà perfino di “vestire” gli attuali e futuri operatori di polizia con una divisa.
Tv7 Match del 19/07/2019 - Ospite Lorenzo TAMARO SAP Trieste
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Tv7 Match del 19/07/2019 - NUCLEARE - MIGRANTI POLITICA
Ospiti:
-Prof. ERMANNO CHASEN,Editore GruppoTV7
-ROSSANO MORACCI,Fratelli d’Italia
-ALESSANDRO BISATO,Partito Democratico
-LORENZO TAMARO,segr. SAP Trieste
-on. MARCO MARIN,Forza Italia
-on. VITO COMENCINI,Lega
-avv. ALESSIO MOROSIN,Indipenza Veneta
QUANTE VITE ANCORA DEVONO ESSERE SACRIFICATE PER ESSERE TUTELATI?
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Siamo di fronte all’ennesima tragedia che riguarda le forze dell’ordine, è il quinto collega caduto in servizio dall’inizio dell’anno, mentre molti altri sono rimasti feriti, tanti a seguito di aggressioni.
Un costante ed esponenziale aumento, questo delle aggressioni, che ci preoccupa non poco.
Tutto ciò non è più accettabile, vanno individuate norme che difendano coloro che difendono i cittadini ed operano per la loro sicurezza.
L’altra notte si è spenta l’ennesima vita di un collega, un Carabiniere che aveva solo una colpa: aver scelto di indossare la divisa giusta probabilmente in uno Stato sbagliato.
Il SAP di Trieste esprime profondo cordoglio ai familiari del vice brigadiere ucciso e all’Arma dei Carabinieri.
Temiamo che finito il momento mediatico, i familiari resteranno soli, consapevoli che il proprio caro è venuto a mancare non per una fatalità ma per l’inerzia di un sistema che lo ha mandato in servizio, abbandonato a sé stesso.
Lo sappiamo, chi veste una divisa diviene automaticamente un potenziale bersaglio, una sagoma in balia degli eventi, ogni giorno, che per uno stipendio inadeguato deve far rispettare le leggi di uno Stato che spesso pretende che “si lavori la terra ma senza sporcarsi”.
Anche nell’ambito cittadino Il SAP è da anni che chiede negli incontri con l’Amministrazione maggiori strument,i come ad esempio il volgarmente chiamato “spray al peperoncino”, per ogni operatore di polizia e non solo quelli delle “volanti”; malgrado quello utilizzato dalle forze di Polizia contenga una concentrazione di “capsicum” ai valori minimi, come da tradizione italica, per non “irritare troppo” il destinatario del trattamento.
Oggi più che mai si sente la necessità di utilizzare il nuovo Taser che ancora non è arrivato e che i fatti accaduti dovrebbero, a nostro avviso, indurre ad accelerare i tempi di distribuzione.
Lo chiediamo per poter operare in maggiore sicurezza e per la sicurezza di tutti!
Siamo solo potenzialmente “armati” di una pistola di ordinanza con munizionamento militare, troppo “pesante” per essere estratta ed utilizzata, pena una sicura azione giudiziaria da affrontare da soli e tutelati da nessuno.
Che dire poi quando si utilizza lo sfollagente, così chiamato per non irritare il “politicamente corretto” in occasioni come quello della manifestazioni che spesso di pacifico hanno proprio nulla.
Il SAP da tempo sta chiedendo oltre che questi strumenti utili anche delle “garanzie funzionali” per evitare il coinvolgimento dei colleghi in estenuanti processi penali per “atto dovuto”, perché chi sta lavorando per conto dello Stato ed a sua difesa, non può e non deve essere in balia di un sistema che sembra garantire tutele più per i delinquenti che per chi sta al servizio della comunità e della brava gente.
L’ultimo fatto di cronaca che è costato la vita ad un uomo dello Stato, vittima del dovere, deve spronare l’Amministrazione affinché venga data anche a livello locale un segnale verso i suoi uomini, fornendo loro tutti gli strumenti utili per proteggerli, partendo da quello più semplice ovvero lo “spray al peperoncino” per arrivare ad una rapida fornitura del tanto atteso “taser” anche nella nostra città.
Solo così sarà possibile dimostrare che si sta cercando veramente di evitare il più possibile nel futuro il ripetersi di simili tragedie.
Il SAP RICORDA LA STRAGE DI VIA D’AMELIO 27 ANNI DOPO
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Sono trascorsi 27 anni dalla terribile strage di mafia a Palermo in Via D’Amelio.
Il SAP anche quest’anno ricorda questi eroi che con il loro sacrificio hanno contribuito a far prevalere il bene sul male.
Il 19 luglio 1992 persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli uomini e donne della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina ed il nostro collega triestino Walter Eddie Cosina.
A Trieste come a Palermo, città unite da questo orrore, è impressa una traccia indelebile scritta da quelle donne e uomini che morirono per mano di vili assassini mafiosi.