DPI e TAMPONI - fatti oltre le parole
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Ci aspettavamo almeno una risposta, non un provvedimento, non un’ordinanza, ma solo una semplice comunicazione a una nostra legittima richiesta. Lo scorso mese di marzo, in momenti diversi, alcune delle OO.SS. scriventi avevano inviato al Governatore Fedriga, la richiesta per sottoporre tutti gli operatori della sicurezza e del soccorso pubblico operanti in Friuli VeneziaGiulia ai protocolli per l’effettuazione del c.d. “tampone” o altre attività che certifichino la negatività al COVID-19. Siamo consapevoli del delicato momento della vita del nostro Paese, siamo altrettanto consci delle difficoltà che esistono nel reperire i materiali di protezione individuale e quello per effettuare i riscontri alla positività al virus, ma è anche sotto gli occhi di tutti che dopo il personale sanitario, sul campo, esposti al rischio maggiore di contagio, ci sono gli operatori della sicurezza e del soccorso pubblico. Riteniamo questa iniziativa indispensabile per contenere il più possibile il diffondersi del contagio da Coronavirus tra i nostri operatori, necessaria per scongiurare il rischio di ritrovare in “quarantena” intere articolazioni dell’ordine e sicurezza pubblica della nostra Regione. In altre realtà, Veneto, Lombardia e Toscana, solo per citarne alcune, con ordinanze regionali è stata prevista l’applicazione del test di positività al COVID-19 per tutte le categorie maggiormente esposte a rischio, tra cui, appunto, anche gli operatori della sicurezza e del soccorso pubblico; in Friuli Venezia Giulia non siamo stati degnati nemmeno di una risposta alla nostra richiesta. Adesso ci aspettiamo i fatti oltre alle parole, che continuamente ascoltiamo ai microfoni delle TV o leggiamo sulle pagine dei giornali, qualcosa di concreto che vada oltre i plausi e ringraziamenti per quanto quotidianamente facciamo.
La richiesta delle forze dell’Ordine al Governo: «Fateci i tamponi». Risposta positiva solo da Veneto e Lombardia
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Stefano Paoloni (Segretario Nazionale Sap): «Agenti dichiarati sospetti Covid-19 senza aver fatto loro il tampone, mentre nelle pattuglie solo un agente può indossare la mascherina. Non si può andare in guerra a mani nude.
Poche mascherine da usare solo in caso di effettiva necessità – come richiesto in una circolare del capo della polizia – e niente tamponi se non in presenza di gravi crisi respiratorie. Le forze di polizia che hanno avuto oltre 1500 casi sospetti di coronavirus lamentano una carenza di protezione e soprattutto di tamponi, come ribadito da Stefano Paoloni, segretario nazionale del Sap, in collegamento via Skype.
«I tamponi non vengono fatti alle forze dell’ordine – lamenta il numero uno del sindacato autonomo di polizia –. Al riguardo abbiamo scritto al Presidente Conte, al ministero della Salute, della Difesa, dell’Interno, Grazia e Giustizia. Abbiamo scritto insieme ai sindacati dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, che avvertono il nostro stesso problema. A noi i tamponi vengono fatti nello stesso modo in cui vengono fatti alla popolazione, ovvero di fronte a sintomi particolarmente evidenti. È chiaro che non vogliamo avere un diritto alla salute superiore alla popolazione, ma il problema che ci siamo posti riguarda il funzionamento dell’apparato. Credo che il Paese non si possa permettere che intere articolazioni vengano poste in quarantena o non siano in grado di funzionare. Soprattutto articolazioni importanti come quella della sicurezza. Abbiamo scritto anche a parecchi Presidenti di Regione, essendo competenti sulla sanità. Abbiamo avuto risposta positiva dal Presidente del Veneto Zaia che ha detto che sottoporrà tutte le forze dell’ordine a tampone. Anche in Lombardia verranno sottoposti a tampone tutti coloro che presenteranno sintomi e comunque prima di rientrare da un giorno di malattia. Si tratta comunque di un passo avanti rispetto a tutto il resto del Paese, dove invece i tamponi non vengono fatti».
Una richiesta rilanciata anche in Friuli-Venezia Giulia dal segretario provinciale del Sap di Trieste Lorenzo Tamaro sulle pagine de ‘il Piccolo’. Per tutti, prioritario è il tampone: «Abbiamo sollevato un caso perché i colleghi che erano stati in servizio nella zona di Codogno i primi tempi dell’epidemia, al termine del periodo di aggregazione sono stati sottoposti a visita. Alcuni di questi, presentando i sintomi, sono stati isolati; poi sono stati portati al pronto soccorso di Piacenza dove gli è stato diagnosticato sospetto Covid-19, ma non sono stati sottoposti a tampone».
«Una serie di accorgimenti sono stati utilizzati, ma per quanto riguarda le mascherine, gli occhiali e i tamponi c’è ancora molto da fare – conclude Paoloni -. Cito un esempio per far comprendere la situazione in cui sono costretti a lavorare gli agenti. Si pensi che nella città di Torino, per chi viaggia in pattuglie occupate da più di una persona è stata data una disposizione: la mascherina deve essere indossata da un solo agente; nel caso siano in tre, la devono indossare solo in due. Questo perché c’è scarsità di protezioni, ma credo non sia accettabile e logico per un Paese civile. Non si può andare in guerra a mani nude».
gbbo
SAP – SINDACATO AUTONOMO POLIZIA "IMMUNITÀ PER LA DIRIGENZA" : PAOLONI, « DONNE E UOMINI DEL COMPARTO SICUREZZA E DIFESA NON SONO CARNE DA MACELLO, NORMA INACCETTABILE »
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Il Segretario Generale del SAP, Stefano Paoloni, commenta la norma immunità per la dirigenza per le Forze di Polizia e Forze Armate: “Donne e uomini del comparto sicurezza e difesa non sono carne da macello. Norma inaccettabile”.
Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia, commenta la conversione in legge del Decreto Legge n. 18 del 17 marzo “recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” con la IV Commissione Senato che ha votato all’unanimità una norma che di fatto stabilisce “l’immunità per la dirigenza” per le Forze di Polizia e Forze Armate:
“Leggo nel documento che nel contrasto all’emergenza epidemiologica – spiega Paoloni – è sufficiente che “abbiano assolto agli obblighi di informazione del personale sui rischi di contaminazione da agenti virali, e gli ordini emanati siano conformi alle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie, dico solo che le donne e gli uomini del comparto sicurezza e difesa non sono carne da macello.
“Nessuno vuole sottrarsi nel dare il proprio contributo al Paese in questo difficile momento ma questo non significa legittimare chicchessia a non doversi assumere le proprie responsabilità – continua Paoloni – Agli addetti al soccorso pubblico servono norme che gli consentano di svolgere al meglio la loro funzione, servono DPI (mascherine, guanti, tute monouso e disinfettanti), servono test e tamponi, serve formazione, serve uno Stato che sia vicino e non che deresponsabilizzi i responsabili dell’apparato. Ci aspettiamo norme a sostegno dell’apparato tutto, dalla dirigenza sino all’ultimo operatore, invece in questo modo non può che sorgere diffidenza da parte di chi deve eseguire. Questi è anche colui che normalmente è più vicino alla gente e al servizio della gente”.
“Questa proposta è inaccettabile – conclude Paoloni – Auspichiamo che al passaggio alla Camera dei Deputati sia espunta in segno di riconoscimento, stima e vicinanza a tutti gli uomini in divisa in prima linea che rischiano ogni giorno e non si sottraggono alle loro responsabilità”.
TAMARO (SAP TRIESTE): TAMPONI A TUTTI I COLLEGHI
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Lorenzo Tamaro da Trieste non smette di battersi per colleghi e per la salute di tutti i poliziotti. La rassegna stampa a video.
SERVONO TAMPONI E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE PER GLI OPERATORI DI POLIZIA
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Si preveda il tampone per tutte le donne e gli uomini delle forze dell’ordine anche sul nostro territorio, come è stato deciso nella vicina Regione Veneto dal Presidente Luca ZAIA.
Una richiesta, affinché il personale del Comparto Sicurezza e Difesa, impegnato in prima linea per il contenimento dei contagi Covid19, sia sottoposto al test di verifica è stata formulata l’altra settimana dal SAP Regionale del F.V.G. Olivo COMELLI al Governatore FEDRIGA e congiuntamente dal SAP, dal SIM Carabinieri e dal SIM Guardia di Finanza in un documento al Presidente del Consiglio Giuseppe CONTE e a tutti i Ministri ai vertici dei Dicasteri di Salute.
E’ una misura indispensabile per salvaguardare l’intero apparato della Pubblica Sicurezza.
La priorità va data senza ombra di dubbio a tutto il personale sanitario, ma il Comparto Sicurezza e Difesa merita la giusta attenzione per il bene del Paese, lo stesso Premier lo ha sottolineato in un discorso alla Nazione citando le testuali parole ““…penso ai sacrifici che stanno compiendo Medici, Infermieri, Forze dell’Ordine e Militari…” .
Le mascherine e i dispositivi di protezione continuano a scarseggiare e in tal senso auspichiamo che nei prossimi giorni si possa prevedere nella distribuzione che è stata annunciata da parte della Regione F.V.G. alla popolazione, una fornitura dedicata anche per le forze dell’ordine.
Le forze dell’ordine operano in un contesto particolarmente rischioso e l’apparato Sicurezza deve necessariamente rimanere efficiente per il bene della comunità.
Si preveda quindi il tampone per gli operatori di polizia e li si doti in maniera adeguata di idonee misure di prevenzione come mascherine, guanti e occhiali protettivi; la sicurezza del Paese passa anche per la salute e la prevenzione dai rischi di contagio per le forze dell’ordine.