IL SAP E TRIESTE (1981-2021) 40 anni di storia in difesa dei difensori della brava gente
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IL SAP E TRIESTE (1981-2021)
Il 1° aprile 1981: viene approvata la Legge nr.121 di riforma della Polizia di Stato che entrerà in vigore il 25 aprile dello stesso anno.
Smilitarizzazione e sindacalizzazione furono i cardini di quella che, a giusto titolo, viene definita la «Magna Carta» della Polizia di Stato.
La storia del SAP ha inizio a metà degli anni 70: siamo in un'Italia con fortissime tensioni sociali.
Le brigate rosse stanno assestando colpi bruttissimi alla stabilità democratica del Paese e in tutto questo, le forze dell'ordine, corrono nel tentativo di sostenere al meglio l'apparato della sicurezza pubblica.
Sono anni durissimi, scanditi da omicidi che purtroppo hanno cadenza sempre maggiore, e in tutto questo, la storia sindacale italiana è in piena crescita e anche nei confronti della Polizia di Stato, come del resto, in tanti altri ambiti della nostra società, la “triplice” della Cgil-Cisl-Uil, sembra puntare diretta per riscuotere unanimi consensi.
Ma è proprio da alcune manifestazioni politiche di piazza, nella quale la sinistra invita addirittura al disarmo della Polizia, ma anche dall’animo di tutt'altra ispirazione di ogni singolo appartenente alla Polizia di Stato, che nasce spontanea l'esigenza di un sindacato diverso: appunto, autonomo.
E come in tutte le storie che si rispettino, questo moto che nasce spontaneo, catalizza subito tante diverse anime della nostra società e tra queste, buona parte della stampa, che si attiva affinché questo sentimento di autonomia rispetto alla politica, possa essere aiutato e supportato.
In particolare, è “Il Giornale”, allora diretto dal più grande dei giornalisti della nostra storia, Indro MONTANELLI, che decide di aiutare tangibilmente il movimento nascituro del sindacato autonomo di polizia, grazie soprattutto ad una “campagna stampa” e tanti articoli, uno dei quali, segnerà una data storica per tale sindacato.
Pietro RADIUS, lo storico giornalista de “Il Giornale”, in prima pagina il 12 febbraio del 1976, parla del sindacato autonomo e invita tutti coloro che sono vicino a tali posizioni, ad aiutare tangibilmente questi ragazzi che sognano una polizia autonoma.
Si invita chi volesse, a spedire aiuti per quel che si può alla Questura di Como, dove, tra gli altri, il giovane Giorgio DE BIASE, uno degli storici fondatori del sindacato, si ritroverà una valanga di lettere che segneranno la nascita definitiva del SAP.
In tutto questo Trieste, come tante altre città in Italia, svolge la sua parte fondamentale: iniziano a crearsi le prime associazioni di colleghi che vogliono aderire al sindacato autonomo, si prendono contatti con le aree milanesi, romane e della scuola di Alessandria che sono i primi centri che portano alla formazione di tale sindacato, per affiliarsi.
Trieste, grazie a Giovanni ROSELLI, Antonio TOZZI, Antonio OROLOGIO e Alfredo CANNATARO, si organizza e prende contatti, portando il Sindacato locale e regionale come un'eccellenza dal punto di vista organizzativo, un esempio da seguire anche su piano nazionale.
Un lungo e tortuoso cammino che ha portato il SAP ad essere la seconda realtà più importante a livello nazionale.
Nella nostra città, nel corso dei decenni, si sono susseguiti e altre figure importanti come i segretari Luigi FERONE, Francesco VITALE e Alberto VARIO, colleghi che rimangono indelebili nella storia triestina del SAP.
Poi, con l'inizio del nuovo millennio, il crollo dovuto a scelte quantomeno discutibili.
È ciclica la storia in qualsiasi fenomeno, che alterna straordinari successi a clamorosi tonfi e quanto accade a Trieste all'inizio degli anni 2000 porta il SAP al minimo storico.
Ma da quelle ceneri, sorgono le gesta di chi ha transitato il SAP dallo scorso millennio ad oggi.
Chi ha saputo, come Paolo BRENNI, tenere la “barra dritta” nel momento di maggior crisi e chi come l'attuale Segretario Provinciale Lorenzo TAMARO ha saputo “rimboccarsi le maniche” per ricostruire e modernizzare la rappresentanza locale dei Poliziotti.
Un’opera quest’ultima nata in punta di piedi, con tanta serietà, tanta passione e devozione, rispolverando lo spirito iniziale di chi aveva voluto un sindacato come il SAP, con l’obiettivo di chiarire subito a tutti i poliziotti che il SAP avrebbe agito con onestà, serietà e nel rispetto ovviamente di leggi e norme a tutela di ogni singolo operatore della Polizia di Stato.
Questo lavoro, fatto di grande impegno, di giornate intere dedicate ai colleghi e per i colleghi, ha riportato il SAP di Trieste ai fasti di un tempo, facendo anzi ancora meglio, posizionandolo come primo sindacato della città e della regione Friuli Venezia Giulia per numero di iscritti, rendendolo credibile e un chiaro punto di riferimento per tutti.
Infinito l'elenco delle persone che in questi ultimi due decenni hanno permesso al SAP di tornare ad essere leader tra noi colleghi: alcune di queste figure sono ancora in campo, con l'impegno immutato di lottare giorno dopo giorno per i colleghi e per i loro sacrosanti diritti.
A Trieste si sono scritte giornate storiche di battaglie sindacali, molte delle quali sono state condivise, capite ed appoggiate dai cittadini; siamo certi che molte ancora se ne scriveranno: sempre in autonomia, sempre al servizio di ogni singolo uomo e donna della Polizia di Stato, per il bene della brava gente.
SAP - TRIESTE | UFFICIO IMMIGRAZIONE A OPICINA: I RESIDENTI CONTRARI LANCIANO UNA RACCOLTA FIRME
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15/04/2021 TRIESTE – UFFICIO IMMIGRAZIONE A OPICINA: I RESIDENTI CONTRARI LANCIANO UNA RACCOLTA FIRME || Partirà domani una raccolta firme a Opicina per dire NO allo spostamento dell’ufficio immigrazione da Trieste a Opicina, per non distogliere il personale del borgo carsico dal buon lavoro svolto sul territorio.
L’appello partito dal SAP, il sindacato autonomo di Polizia, circa l’ipotesi di spostamento temporaneo dell’Ufficio Immigrazione di Trieste a Opicina, ha fatto scattare l’altolà da parte dei residenti del Borgo Carsico. Le parole del segretario provinciale SAP Lorenzo Tamaro hanno spinto i cittadini ad attivarsi con una raccolta firme per chiedere non venga alterato l’equilibrio delle cose. Il timore è quello di un commissariato più occupato con le pratiche anti-immigrazione che con le altre attività, come il controllo del territorio o l’elaborazione di altri documenti (Servizio di Bernardo Gulotta)