E’ ORA DI DIRE BASTA AD ACCUSE INFAMANTI, VOGLIAMO GARANZIE FUNZIONALI E BODYCAM
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Le testimonianze pubblicate sui quotidiani nazionali, raccontate dal cittadino pakistano, sono gravi se corrispondessero alla verità.
Una descrizione dei fatti che, se confermata, non somiglia alla normale e quotidiana attività che conosciamo delle forze di Polizia, che assieme ai militari dell'operazione “Strade sicure”, sono chiamati ad dover affrontare in condizioni difficili una problematica come quella dell'immigrazione clandestina di vaste proporzioni sul versante orientale, dettata da una sempre più fiorente “Rotta balcanica”.
Gli operatori di Polizia al contrario di quanto descritto nel racconto del pakistano, generalmente oltre ad espletare quanto previsto dalla legge ed eseguire le indicazioni fornite dal Ministero dell’Interno, si trovano a dover fornire a titolo personale, con senso umanitario, indumenti e generi di prima necessità, in attesa che poi qualcuno si occupi di loro.
Lasceremo che la faccenda venga giudicata da chi di dovere, siamo assolutamente tranquilli sul metodo usatosolitamentedagli operatori di Polizia, siamo stanchi però di accuse che spesso poi cadono come un castello di carta, perché infondate e indotte con l'unico scopo di screditare l'operato dei poliziotti.
Siamo i primi avoler palesarela realtà dei fatti e per questo motivo che il SAP da molti anni invoca garanzie funzionali, la dotazione e l'utilizzo delle body cam; forse accuse similari troverebbero un’immediata e veritiera risposta senza dover attendere per anni giustizia.
Ci attendiamo a riguardo una risposta forte da parte del Ministero dell'Interno che in questo caso appare dovuta.
SI DIA IL GIUSTO VALORE ALLA ROTTA BALCANICA
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Dopo che il Tribunale di Roma ha dichiarato le riammissioni informali dei migranti tra Italia e Slovenia illegittime, si pensi a rinforzare le forze di Polizia del nostro territorio per gestire al meglio gli “arrivi” provenienti dalla “Rotta Balcanica”.
Un'ordinanza questa che di certo aumenterà la mole di lavoro della Polizia di Frontiera e dell'Ufficio Immigrazione, che già patiscono una carenza di organico.
Si tenga quindi conto di quanto successo negli anni scorsi, dei progressivi aumenti di arrivi su questo territorio e si pensi ad organizzare al meglio le forze di Polizia fornendo loro di un adeguato numero di rinforzo di agenti e di strutture logistiche che possano garantire agli operatori di Polizia di poter espletare quanto previsto per legge in modo sicuro e dignitoso.
Non si può più continuare, come è stato fin d’ora, a considerare gli effetti della “Rotta Balcanica” come qualcosa di emergenziale ed affrontarli come fossero un problema dell'ultima ora.
Si dia quindi risorse adeguate.
SAP: GRAZIE DOTT. PETRONZI, BENVENUTA DOTT.SSA TITTONI
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Un’eredità difficile quella lasciata alla dott.ssa Irene Tittoni, dopo l’ottima “regia” del Questore Giuseppe Petronzi, durante due anni così complessi come quelli trascorsi e che hanno visto momenti tragici come quelli del “4 ottobre” e problematiche di così grosse proporzioni come quelli della pandemia del Covid-19 e della Rotta Balcanica.
Un augurio di buon lavoro da parte del SAP di Trieste al dott. Petronzi per l’incarico, più che meritato, di Questore di Milano: mandato così ricco di prestigio e di responsabilità.
Un rapporto con la nostra organizzazione sindacale, quello del Questore Petronzi sempre improntato sulla reciproca correttezza, sincerità, stima e rispetto anche nei pochi momenti di divergenza.
Al neo Questore di Trieste Tittoni un benvenuto da parte del SAP, che confida nella sua esperienza maturata nei precedenti incarichi in materia di immigrazione, per poter affrontare al meglio le problematiche relative al continuo e crescente arrivo di immigrati clandestini che pone Trieste come “uno dei capolinea italiani della Rotta balcanica”.
BUON 2021 - Il SAP, da solo, si dimostra leader nel panorama sindacale di Trieste e del Friuli-Venezia Giulia -
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23 DICEMBRE 1998 - 23 DICEMBRE 2020 - PER NON DIMENTICARE
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Il SAP non dimentica quanto accaduto nella vicina e cara città di Udine.
Sono passati ben 22 anni da quel terribile attentato che ha tragicamente insanguinato e spezzato l’atmosfera natalizia del capoluogo friulano.
Il giorno dell’antivigilia di Natale, il 23 dicembre 1998, tre operatori di Polizia poco più che trentenni, in servizio presso la “Squadra Volante” della Questura, furono investiti dalla terribile esplosione di una bomba “confezionata” e posizionata sulla serranda di un negozio di telefonia, nel centro di Udine.
Un gesto criminale e vigliacco.
Nello scoppio rimasero feriti un altro poliziotto e il titolare dell’attività commerciale.
Un attentato che probabilmente aveva come obiettivo proprio gli operatori della Polizia, simbolo di legalità e dello Stato.
Il SAP, anche quest’anno ricorda in questi giorni di festa, Giuseppe Guido Zanier, Adriano Ruttar e Paolo Cragnolino: con il loro sacrificio estremo hanno contribuito a garantire la sicurezza e la legalità del nostro Paese.