Migranti tra normative e umanità - SAP Trieste a tele Capodistria
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Ogni Paese stabilisce le sue regole, ma anche l'Europa deve aggiornarsi e modificare una politica che ad oggi non sembra più in grado di affrontare l'emergenza dei flussi migratori. La rotta balcanica inoltre passa per i nostri confini: un viaggio tra le burocrazie di Italia e Slovenia, tra accoglienza e riammissioni. In studio a Meridiani il confronto tra l'assessore regionale alla Sicurezza del Friuli Venezia Giulia Pierpaolo Roberti, il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, il responsabile dell'ICS-Ufficio rifugiati Gianfranco Schiavone, *il segretario provinciale di Trieste del sindacato autonomo di Polizia Lorenzo Tamaro* e Amnesty International
COMMEMORAZIONE PIERLUIGI ROTTA E DEMENEGO MATTEO
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Trieste non dimentica e ricorderà per sempre il sacrificio dei due “suoi figli”, i giovani “servitori dello Stato” Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, barbaramente uccisi il 4 ottobre di un anno fa
L'INTERVENTO DI LORENZO TAMARO (segretario provinciale SAP Trieste)
L'INTERVENTO DI STEFANO PAOLONI (segretario generale SAP)
Signora Ministro batta un colpo
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Signora Ministro batta un colpo
Sono passati circa due mesi dalla prima visita del Ministro dell’Interno Lamorgese in Friuli Venezia Giulia per verificare la situazione sugli ingressi illegali di migranti provenienti dai Balcani.
Ci stupimmo allora delle dichiarazioni del Ministro, che minimizzo quanto stava succedendo, liquidando la questione con non esiste un problema immigrazione illegale in questi territori, o meglio “ la rotta balcanica sta andando abbastanza bene”.
Preoccupati per quanto espresso dal Capo del Dicastero dell’Interno, criticammo molto quella posizione perché già allora i flussi stavano aumentando in maniera preoccupante, i rintracci erano più che raddoppiati rispetto allo scorso anno.
Da quel giorno le cose sono precipitate e il problema, che prima riguardava prevalentemente il confine triestino, si è allargato anche su Gorizia e soprattutto su Udine.
I Numeri a volte sono più eloquenti dalle parole, poiché da luglio in FVG gli ingressi illegali sono stati oltre 3000, 1100 rintracci circa a Trieste dalla sola Polizia di Frontiera, oltre 1500 a Udine e poco meno di 500 a Gorizia.
Una situazione esplosiva che ha forzatamente investito anche l’esecutivo e il Ministro dell’Interno che hanno dovuto ammettere l’emergenza, promettendo rinforzi per dar manforte alle Forze dell’Ordine in estrema difficoltà e un sistema inadeguato a reggere tali dimensioni.
Purtroppo però alle parole non sono seguiti i fatti, perché dei 100 militari promessi forse ne sono arrivati una quindicina, pensiamo che per arginare la situazione esplosiva che si era verificata alla Caserma Cavarzerani dichiarata zona rossa, dei 50 militari inviati, 25 sono stati spostati dal contingente già presente a Gorizia e 10 da quello di Trieste.
Abbiamo chiesto un incontro al Ministro per chiedere garanzie e migliori qualità di lavoro, ma non siamo nemmeno stati degni di una risposta.
Oggi, che l’emergenza non accenna a diminuire ci aspettiamo che il ministro dia segnali forti perché in queste condizioni non si può continuare.
Mancano protocolli chiari e adeguati per garantire la tutela sanitaria degli operatori delle Forze dell’Ordine e di chi fa soccorso pubblico.
Servono spazi adeguati, oltre che per l’accoglienza anche per permettere alle Forze dell’Ordine di lavorare in sicurezza.
Servono nuovi accordi con la Slovenia per le riammissioni informali dei migranti illegali rintracciati.
Servono ulteriori rinforzi per presidiare i confini e cercare di bloccare gli ingressi illegali e per la trattazione delle pratiche dei migranti stessi.
Bisogna, al più presto, trasferire fuori Regione una parte dei migranti già presenti sul nostro territorio perché l’apparato sicurezza in queste condizioni, rischia il tracollo e le Forze dell’Ordine non sono in grado di fronteggiarlo.
QUANDO ARRIVA “L’IMMINENTE RAFFORZAMENTO” PROMESSO DAL MINISTRO LAMORGESE?
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Neanche una settimana fa il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, nella sua visita a Trieste per discutere della “Rotta balcanica” e per fare un punto della situazione su questo tema, aveva promesso “un imminente rafforzamento” di uomini per poter contrastare il fenomeno migratorio.
Stiamo ancora aspettando e non sappiamo nemmeno quale siano le consistenze di questi rinforzi, in termini numerici, mentre anche oggi la Polizia di Frontiera di Trieste è stata impegnata ad un rintraccio consistente di migranti che hanno varcato il territorio nazionale clandestinamente, molti dei quali si sono dichiarati minori.
Dopo le parole della settimana scorsa del Capo del Viminale, ancora un nulla di fatto su un aumento di uomini.
L’ennesimo rintraccio copioso di oggi ripropone più che mai la necessità che si rivedano gli accordi bilaterali italo-sloveni sulle riammissioni che si stanno rivelando un buon strumento di contrasto al business dell’immigrazione clandestina.
Servono regole più snelle per poter agevolare un numero ancor più maggiore di riammissioni rispetto a quelle che si effettuano oggi.
Rivedere gli accordi ormai datati e renderli attuali alle esigenze di questi tempi è ormai prioritario